GEREMIA PAOLUCCI - Museo dell'artigiano

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GEREMIA PAOLUCCI

       * GEREMIA PAOLUCCI *
GEREMIA PAOLUCCI (nato il 14/12/1904 - morto il 09/01/1990) lavorò da ragazzo e da giovane con il padre FELICE PAOLUCCI (nato nel 1878) nella bottega che si trovava in via Mazzini.
Nel 1930 allestì la propria bottega e nel 1934 sposò MARIASSUNTA D’ABATE (nata il 18/03/1912 - morta il 20/08/1988) insieme alla quale acquistò la casa in via Assalonne n. 10 ove trasferì anche la sua bottega.
Suo figlio LIBERATO PAOLUCCI ricorda che il padre Geremia gli raccontava di quando suo nonno (anch’egli si chiamava Geremia) gli dava consigli su come lavorare e che gli voleva molto bene. Suo nonno Geremia (nato nel 1850) diceva a suo nipote Geremia (padre dei fratelli Paolucci) di volergli bene così come gliene aveva voluto a lui suo nonno. Liberato Paolucci ricorda anche che suo padre Geremia gli raccontava che sia suo padre DONATANGELO PAOLUCCI (nato nel 1827 – bisnonno di nostro padre), che il padre del bisnonno FRANCESCO PAOLUCCI (nato nel 1780), facevano lo stesso suo lavoro di artigiano. Queste notizie vengono confermate anche dai certificati di nascita e dalle pubblicazioni di matrimonio di DONATANGELO PAOLUCCI, dove è riportata la professione di forbiciaio.
All’epoca (anni ’40), se pur già c’era la tecnologia per stampare le forbici con le berte, a Frosolone si continuava a produrre maggiormente quelle forgiate a mano, così come anche per i coltelli.
Quindi, in quegli anni fino all’incirca alla fine degli anni ’40, Geremia Paolucci costruiva forbici forgiate a mano accompagnate da timide introduzioni di quelle stampate a caldo. Fu lui, Geremia Paolucci, il primo a Frosolone a prendere contatti con la stamperia di Visino di Valbrona (CO) dei Fratelli Ripamonti ad iniziare la lavorazione per la finitura delle forbici stampate a caldo. Il viaggio a Visino di Valbrona lo fece verso la fine degli anni ’30. Fece allora spedire dai fratelli Ripamonti (per ferrovia, a Cantalupo) un consistente numero di forbici da barbiere stampate (1200 forbici). Questo grezzo servì a nostro padre per lavorarlo e costruire una scorta di quelle forbici rifinite e pronte per la spedizione. Difatti, una volta costruita questa scorta di forbici, partì per la Germania, assieme a qualche collega artigiano suo coetaneo, perché in quel Paese venivano richiesti esperti del lavoro che in Italia già lavoravano l’acciaio, e offrivano compensi appetibili. Durante la sua assenza il magazzino di forbici prodotte prima di partire servì a nostra madre a mantenere quella clientela affezionata e che apprezzava le forbici di Geremia Paolucci. Quindi, a richiesta di forniture, nostra madre poteva evadere gli ordini e quindi mantenere la clientela. Si ricordano alcuni di questi clienti: Antonino Italiano di Milazzo e Manara e Nicotera di Catania
L’unico motore elettrico presente nella bottega di GEREMIA PAOLUCCI (1930) aveva una potenza di solo mezzo cavallo e faceva girare la trasmissione con le tante mole, trapano, ecc. e in seguito anche la ventola per il fuoco della forgia! Quel motore è tuttora funzionante e fa girare le mole e trapani originali di quei tempi, allestiti in questo museo.
Questo stato delle cose proseguì fino a gli anni ‘50/60, quando si iniziarono ad allestire i banchi da lavoro, ognuno con un suo motore dedicato e i banchi (posti) iniziavano ad avere assi con i cuscinetti a sfera, superando la precedente tecnologia degli assi con le punte e poi le bronzine.
La bottega in Via Assalonne perciò divenne stretta e incapiente e ci si dovette allargare in locali adiacenti presi in affitto.
Negli anni ‘60/70 furono attuati nuovi metodi di produzione e furono acquistati macchinari e attrezzature, come ad esempio la macchina per l’affilatura semi automatica, burratti, nastratrici, bagno di nichelatura, macchina lucidatrice semi automatica, che tra l’altro furono le prime macchine per la lavorazione di forbici e coltelli che vide Frosolone.
Si incominciò ad assumere, oltre a tanti apprendisti che si erano avvicendati nella bottega, anche qualche operaio.
Il primo di Giugno del 1970 la ditta cambiò intestazione da PAOLUCCI GEREMIA a PAOLUCCI GEREMIA E FIGLI e assunse diversi operai ed apprendisti.
In data 29 Giugno 1970 fu rilasciato dal Comune di Frosolone il permesso di costruire il primo capannone per la produzione di forbici e coltelli, che è tuttora la sede di COLTELLERIE PAOLUCCI SNC.
Nel 1971 fu inaugurato lo stabilimento in Contrada Teste, a 2 km fuori dal centro abitato, e tutto ciò che prima si trovava in via Assalonne n. 10 venne trasferito nella nuova sede.
Fu un passo importante e coraggioso per quei tempi, fatto tra tante difficoltà e problemi che si crearono, che magari al giorno d’oggi possono sembrare, con il senno di poi, cose di poco conto.
Nella nuova sede, si proseguì il miglioramento tecnologico con l’acquisto di nuove macchine, come quelle per forare, affilare, lucidare, vibratori, bagni di nichelatura e cromatura, mole in bachelite, ecc., oltre ad aver man mano realizzato 3 ampliamenti del capannone iniziale.
Fu in effetti eseguito un primo ampliamento degli uffici e del magazzino nel 1978 (Lic. n. 660); un secondo ampliamento fu realizzato nel 1998, costruendo un secondo capannone affiancato al primo capannone e alla costruzione del primo ampliamento. Nel 2009 ci fu un ulteriore ampliamento con l’acquisto del capannone sito nella Zona Industriale “Fresilia”.
Dal 5 settembre 1992 la ditta cambia nuovamente intestazione e diventa l’attuale COLTELLERIE PAOLUCCI SNC che in vari periodi successivi ha ulteriormente ampliato lo stabilimento con rivoluzionamenti nei metodi di produzione e di vendita.


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