Ancora con la vernice originale, parzialmente scrostata. Era il tavolo più grande di casa Paolucci, fu fatto costruire dal falegname Antonio Verrillo, (nato il 04-08-1916, morto il 22-03-1999) la cui bottega si trovava in via Garibaldi (vicino a casa Paolucci), ma poi si trasferì in vico Buono, di fronte all’artigiano Vittori.
Questo tavolo veniva utilizzato per le ricorrenze importanti, le feste, quando si mangiava nella sala di casa (nel quale vi erano anche due letti, perché di notte si trasformava in camera da letto).
Il tavolo terminò la sua funzione naturale quando Geremia Paolucci e Mariassunta D’Abate decisero di prendere in affitto due locali dell’adiacente casa Ciampitti (pian terreno e primo piano), aprendo una porta che dalla cucina accedeva ai locali in affitto, si ebbe la possibilità di avere una sala più grande, quindi fu fatto costruire un tavolo ancora più grande. I locali in fitto a pian terreno in un primo tempo divenne appendice della bottega e successivamente divenne magazzino e ufficio.
Attualmente i due locali sono di proprietà di Liberato Paolucci, che li ha acquistati dal Comune, e che ha sistemato lasciando il salotto al primo piano e adibendo a cucina il piano terra.
Quando non servì più come tavolo da pranzo, venne accostato a una parete per essere utilizzato come “magazzino” (scaffale).
In effetti allora le vendite venivano fatte una volta a settimana, ma nei periodi di “crisi” delle vendite (in genere nei mesi di aprile e maggio) il tavolo era più carico di prodotti in attesa di essere venduti. A volte la “crisi” era maggiore e il tavolo era stracolmo di merce, che riusciva a sostenere perché robusto.
Quando il nuovo locale al piano terra di casa Ciampitti divenne un vero e proprio magazzino, il tavolo trasmigrò e divenne, in parte, una scrivania da ufficio e fu posizionato nel sottoscala (che oggi è stato trasformato in bagno). Sul tavolo erano poggiate la macchina da scrivere “Olivetti” e la calcolatrice a manovella per fare i conti. Al lato del tavolo vi era una cassa di legno (che attualmente si trova sulla destra), che fungeva da archivio per le carte e i documenti.
Sul tavolo vi era anche il telefono (n. 89120), una conquista del progresso di allora. Si passò dal comunicare con il telegrafo o telefonate presso il centralino del paese (di fronte alla Chiesa di San Pietro Apostolo) a poter parlare con il cliente o il fornitore comodamente seduti in ufficio!!!
Il piano aggiunto a metà altezza sotto il tavolo, venne fatto per ottimizzare gli spazi, utilizzando questo spazio come scaffale di magazzino.